


Le differenze biologiche, sociali e culturali tra maschi e femmine condizionano efficacia terapeutica e reazioni avverse ai farmaci. Nelle fasi iniziali di sviluppo di un farmaco, decisive per stabilire il suo comportamento nel corpo umano e definire la dose ottimale, sono arruolati quasi esclusivamente maschi. Le femmine sono escluse per il timore di una gravidanza e per le influenze delle fluttuazioni ormonali sui risultati sperimentali. Ma il genere femminile ha sue peculiarità. Cambiano ormoni, assorbimento, metabolismo ed eliminazione dei farmaci e non solo perché sono differenti il peso corporeo e la percentuale di massa grassa. Le ricerche che non considerano le differenze sesso/genere specifiche possono, ad esempio, non riconoscere la versione femminile di alcune malattie cardiovascolari e del diabete e favorire inappropriate terapie. Tenere conto delle differenti traiettorie dei farmaci nei maschi e nelle femmine mira, pertanto, all’ottimizzazione e all’equità delle cure.
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