Lo spaesamento e l’etica del viandante
Giovedì 11 settembre 2025
19:00
Umberto Galimberti
Presenta Fabio Ziino

Umberto Galimberti

È professore emerito di Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato anche Psicologia dinamica, Filosofia morale e Antropologia culturale. Esperto di Karl Jaspers, di cui ha tradotto diversi testi, si è occupato anche del pensiero di Martin Heidegger e Carl Gustav Jung, dei legami tra psicopatologia e filosofia, di psichiatria fenomenologica, dei limiti della psicoanalisi e di pratica filosofica. Fissando il proprio sguardo sui confini tra ragione e follia, nei suoi studi ha indagato la nostra civiltà dominata dalla tecnica e dedicando studi al disagio giovanile nell’età del nichilismo. Recentemente, ha pubblicato alcuni volumi che si rivolgono ad un pubblico di giovani, con un’opera di adattamento delle parole della filosofia. Collabora con la Repubblica. L’editore Feltrinelli pubblica l’edizione delle sue Opere, tra cui alcune sono state tradotte in francese, tedesco, olandese, spagnolo, portoghese, sloveno, ceco, greco, arabo cinese e giapponese. Tra i suoi ultimi libri: L’ospite inquietante. Il nichilsmo e i giovani (2008); I miti del nostro tempo (2009); Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto (2012); La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (2018); Nuovo dizionario di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze (2018); Heidegger e il nuovo inizio (2020); Il libro delle emozioni (2021); L’etica del viandante (2023); con Luca Mori, Le grandi domande. Filosofia per giovani menti (2024), Le vie errabonde della verità (2026).


Lo spaesamento e l’etica del viandante

A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l’intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l’amore, la verità, la salvezza. Cammina per non perdere le figure del paesaggio. Come l’Ulisse dantesco, tutti gli uomini sono uomini di frontiera. L’etica del viandante si oppone all’etica antropologica del dominio della Terra. Denuncia il nostro modello di civiltà e mette in evidenza che la sua diffusione in tutto il pianeta equivale alla fine della biosfera. L’umanesimo del dominio è un umanesimo senza futuro. Il viandante percorre invece la terra senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura.