


È stata professoressa ordinaria di Filosofia morale e di Etica dell’ambiente presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano. In dialogo con alcune tra le più significative espressioni del pensiero femminile del ‘900, come Hannah Arendt, Maria Zambrano, Simone Weil ed Edith Stein, ha elaborato riflessioni sulla dimensione dell’alterità e sulla questione della persona e dell’empatia, anche mediante connessioni fra morale e neuroscienze. Tra le sue pubblicazioni: Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente (1995, 2005); Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia (2006); Neuroetica. La morale prima della morale (2008); Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (2012); Le imperdonabili. Milena Jesenska, Etty Hillesum, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann, Cristina Campo (ed. rivista e ampliata, 2013); Empatie. L’esperienza empatica nella società del conflitto (2018); Hannah Arendt. Un difficile umanesimo (2020), Cuori pensanti. Cinque brevi lezioni di filosofia per un tempo difficile (2020); Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e Ingeborg Bachmann (2022) e Per amore del mondo. L’ecologia e la nuova condizione umana (2025).
È stata consulente scientifica di con-vivere 2023.
L’arte di vivere nel mondo danneggiato è stata proposta da autrici di diverse provenienze, esponenti del femminismo, scrittrici di fantascienza, filosofe, biologhe, studiose di fisica (Donna Haraway, Hannah Tsing, Karen Barad, Jane Bennet, Ursula le Guin) per contrastare le narrazioni apocalittiche e ansiogene della “fine dell’umanità”. Le pratiche empatiche rappresentano una risposta creativa al bisogno diffuso di contribuire a un mondo migliore. Le barriere coralline sono un esempio di interconnessione delle forme di vita, oggi minacciata dal cambiamento climatico. L’Hypebolic Coral Reef Project, istituito presso l’Institut for Figuring (ITT) di Los Angeles da Margaret (matematica) e Christine (artista) Werthei, è un esempio affascinante di pratica empatica. Le due sorelle hanno messo in primo piano gli aspetti collettivi, il “fare insieme” delle arti tessili, in particolare dell’uncinetto, la matematica e l’impegno ecologico. Il loro progetto ha una fondamentale dimensione partecipativa: ha riunito più di 8000 persone in 25 località distribuite in tutto il pianeta che, formando comunità di bambini, adulti, anziani e a volte di rifugiati, hanno creato all’uncinetto forme ispirate alle barriere coralline di grande bellezza che educano alla cura, al fare e al pensare insieme.
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy utilizzando il tasto 'Leggi' di questo banner o il link presente nella parte inferiore di ogni pagina.





