


Storico dell’arte e divulgatore, ha vissuto otto anni a Parigi, dove si è laureato in storia dell’arte all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Ha curato per tre anni una rubrica settimanale dedicata alla storia dell’arte all’interno del programma Le parole della settimana (Rai3) ed è ora ospite fisso del programma In altre parole (La 7) condotto da Massimo Gramellini. È intervenuto a Sapiens. Un solo pianeta (Rai3) ed è stato giurato delle ultime due edizioni de Il Borgo dei Borghi (Rai3). Nel 2024 ha portato in scena lo spettacolo teatrale Parigi. Dal 2022 è titolare del corso Comunicare l’arte all’Università IULM di Milano. Ha pubblicato Divulgo. Le storie della storia dell’arte (2020); Simmetrie Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi (2021); La Grande Parigi (2023).
Quanti di noi saprebbero citare, senza esitazione, dieci artiste donne? Eppure, la storia dell’arte è costellata di talenti femminili che hanno lasciato un segno indelebile, sfidando pregiudizi e stereotipi di genere. Da Properzia de’ Rossi, scultrice rinascimentale capace di imporsi in un mondo dominato dagli uomini, alle impressioniste dimenticate come Marie Bracquemond; da Angelica Kauffman, celebrata nelle corti del Settecento, alle avanguardiste visionarie come Hilma af Klint; da Dora Maar e Lee Krasner, troppo spesso confinate al ruolo di “muse” dei loro compagni Picasso e Pollock, fino a Marina Abramović, pioniera della performance art che ha ridefinito il concetto stesso di corpo e resistenza. Per secoli, la storia dell’arte è stata narrata da una prospettiva maschile, sminuendo o escludendo il contributo delle artiste, nonostante il loro impatto rivoluzionario. Il nostro incontro vuole capovolgere questo racconto, riportando al centro le loro storie, le sfide affrontate e il loro inestimabile contributo alla cultura visiva. Dalle botteghe rinascimentali ai salotti dell’Illuminismo, dagli atelier sgangherati delle avanguardie alle sperimentazioni contemporanee, ripercorreremo un cammino spesso invisibile eppure fondamentale. Perché l’arte al femminile non è una nota a margine della storia, ma una delle sue colonne portanti.
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